L’11 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza
La Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza è stata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con una delibera del 22 dicembre 2015, per ricordare le donne che hanno cambiato le sorti della scienza nel mondo e porre lo sguardo alle ragazze e alle donne che lo cambieranno.
Le donne e le scienze – STEM
Secondo i dati forniti dall’ISTAT, in particolare nel documento “Livelli di istruzione e ritorni occupazionali anno 2021”, nel 2021 il 24% dei giovani adulti (tra i 25 e i 34 anni) ha ottenuto una laurea nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche, le cosiddette lauree STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics). La quota sale al 33,7% tra gli uomini (un laureato su tre) e scende al 17,6% tra le donne (una laureata su sei), evidenziando un importante divario di genere.
Lo svantaggio delle donne rispetto agli uomini nei ritorni occupazionali è più ampio nelle discipline Socioeconomiche e giuridiche e raggiunge il massimo nelle lauree STEM.
Questa minore presenza delle donne negli ambiti STEM, prima per quanto riguarda i percorsi di studio e poi quelli di carriera, ha gravi conseguenze sulla disparità di genere, poiché queste discipline offrono generalmente opportunità di carriera più retribuite e stabili (solo il 15,6% delle donne in Italia lavora in ambito tecnico-scientifico). La riduzione di questo gap diventa quindi un’azione concreta non solo per una parità nella presenza delle donne in questi ambiti ma anche nella creazione di un impatto positivo sul contesto generale di vita delle donne nella società in termini di lavoro, stabilità, crescita e autonomia personale.
“Oggi, solo una ogni tre ricercatori d’ingegneria al mondo è una donna. Barriere strutturali e sociali impediscono alle donne e alle ragazze di entrare e progredire nella scienza. La pandemia da COVID-19 ha ulteriormente aggravato le ineguaglianze di genere, dalla chiusura delle scuole ad un aumento di violenza e a un sempre maggior carico di cure in casa. Questa ineguaglianza sta privando il nostro mondo di un enorme talento e forza di innovazione inespresse. Abbiamo bisogno delle prospettive femminili per assicurarci che la scienza e la tecnologia funzionino per tutti.”
António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
La Commissione sullo status delle donne
L’ ONU riconosce la parità di genere e l’emancipazione femminile come contributi cruciali allo sviluppo economico globale e, negli ultimi anni, al progresso verso il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile.
La Commissione sullo status delle Donne (CSW), è il principale organo istituzionale internazionale esclusivamente dedicato alla promozione della parità di genere e all’emancipazione femminile. Nata come Commissione del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC), la commissione fu istituita nel 1946 con la Risoluzione 11 (II) del 21 giugno.
Nel 1996, la Risoluzione 1996/6 dell’ECOSOC, espanse il mandato della Commissione, decidendo che questa avrebbe ricoperto un ruolo guida nel monitoraggio e revisione dei progressi e dei problemi legati all’implementazione della Dichiarazione di Pechino del 1995.
Il 14 marzo 2011 la Commissione sullo status delle donne adottò un report con lo scopo di favorire l’accesso e la partecipazione delle donne e delle ragazze nell’educazione, nella formazione, nella scienza e nella tecnologia, promuovendone la parità professionale nel campo. Il 20 dicembre 2013 quindi, l’Assemblea Generale adottò una Risoluzione sulla scienza, la tecnologia e l’innovazione per lo sviluppo, in cui riconosceva che un pieno ed equo accesso a questi campi per le donne e le ragazze, per acquisire una vera parità di genere.
Il progetto “ACCORCIAMO LE DISTANZE”
Nell’ambito della giornata internazionale delle donne e ragazze nella scienza, vogliamo inoltre raccontare il progetto “ACCORCIAMO LE DISTANZE” di Codess Sociale.
“ACCORCIAMO LE DISTANZE” si propone di aumentare la consapevolezza in merito agli stereotipi di genere che portano all’attuale gender gap nei percorsi di studio e lavoro tra ragazzi e ragazze nei territori delle provincie di Venezia e Treviso. Il gender gap è inteso in una duplice visione: minor presenza femminile nei percorsi di studio e professionali scientifici e tecnici (STEM); minor presenza maschile nei percorsi di studio e professionali degli ambiti educativi e di cura.
“In tutti i paesi e le economie che hanno raccolto dati anche sui genitori degli studenti, i genitori sono più propensi a pensare che i figli maschi, piuttosto che le figlie, lavoreranno in un campo scientifico, tecnologico, ingegneristico o della matematica – anche a parità di risultati in matematica (Focus n. 49, Ocse-Pisa )”.
I bisogni a cui il progetto intende rispondere non riguardano quindi la sola mancanza di occasioni di partecipazione ma un vero e proprio lavoro sul contesto in termini culturali, per il superamento degli stereotipi di cui il limitato accesso delle donne nell’ambito STEM è una diretta conseguenza.
I bisogni emersi riguardano quindi:
- cambiamento culturale: necessario per il superamento degli stereotipi di genere attraverso un lavoro che parta dalle famiglie stesse per poi allargarsi al contesto, anche attraverso occasioni di coinvolgimento delle istituzioni scolastiche territoriali;
- occasioni dedicate: in cui tutti possano sperimentarsi e scoprirsi capaci di fare;
- rappresentazione: nonostante le laureate siano ad oggi più dei laureati le donne rimangono sottorappresentate in tutte le facoltà scientifiche – ad esempio oltre il 70% dei laureati in ingegneria e scienze sono uomini – Elaborazione Openpolis – Con i Bambini su dati AlmaLaurea – giugno 2020; invertire questa tendenza potrebbe portare nuovi esempi positivi e tracciare nuovi percorsi e possibilità per il futuro di bambini e bambine, coerentemente con gli obiettivi dell’Agenda 2030.
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