Diritti delle donneViolenza psicologica

8 Novembre 2024by Redazione

La Violenza Psicologica

La violenza psicologica è una forma di abuso profondo e pervasivo che colpisce milioni di persone in tutto il mondo, ma rimane spesso nascosta o minimizzata. A differenza della violenza fisica, i cui segni sono evidenti, la violenza psicologica agisce nell’ombra, lasciando cicatrici che non si vedono, ma che possono avere un impatto devastante e duraturo sulla salute mentale e sul benessere della vittima. Questo tipo di violenza può assumere molte forme, inclusa la manipolazione emotiva, l’isolamento sociale, il controllo comportamentale e l’intimidazione.

Nonostante la sua natura invisibile, la violenza psicologica è altrettanto, se non più dannosa, della violenza fisica, poiché intacca l’identità e l’autostima della vittima, minando la sua capacità di autonomia.

Le Diverse Forme di Violenza Psicologica

La violenza psicologica si manifesta attraverso diversi comportamenti che mirano a sottomettere e controllare la vittima, privandola della sua indipendenza e minando la sua capacità di giudizio. Sebbene possa assumere forme diverse a seconda del contesto relazionale (familiare, lavorativo o sociale), ci sono alcune dinamiche ricorrenti che caratterizzano questo tipo di abuso:

  1. Gaslighting

Il gaslighting è una delle forme più devastanti di violenza psicologica. È un processo di manipolazione psicologica in cui l’abusatore cerca di far dubitare la vittima della sua percezione della realtà. Il termine deriva dal film “Gaslight” del 1944, in cui un marito manipola la moglie facendole credere di essere pazza, diminuendo gradualmente l’illuminazione a gas della loro casa mentre nega costantemente che la luce stia cambiando.

Nel contesto dell’abuso psicologico, il gaslighting si realizza attraverso bugie, contraddizioni e negazioni ripetute, al punto che la vittima inizia a dubitare delle proprie sensazioni, ricordi e percezioni. Questo processo può durare anni, con conseguenze devastanti sul benessere mentale della vittima, che potrebbe arrivare a mettere in discussione la propria sanità mentale.

  1. Controllo e Isolamento

Un’altra tattica comunemente adottata dal maltrattante è il controllo totale sulla vita della vittima. L’abusatore esercita una forma di controllo insidiosa, che può includere limitare l’accesso alle risorse economiche, monitorare le comunicazioni, prendere decisioni senza consultare la vittima, e limitare i contatti sociali con amici e familiari. Questo isolamento progressivo priva la vittima del supporto esterno e la rende sempre più dipendente dall’abusatore.

Il controllo può essere sottile o palese: l’abusatore può cercare di giustificare il suo comportamento come una “protezione” per la vittima, facendo leva su paure e insicurezze personali per giustificare l’isolamento. Con il passare del tempo, la vittima perde la sua autonomia e diventa sempre più vulnerabile alle manipolazioni dell’abusatore.

  1. Svalutazione e Umiliazione

La svalutazione costante è un’altra caratteristica della violenza psicologica. L’abusatore in questo caso critica ogni azione della vittima, ridicolizzandola o facendola sentire inferiore, usando insulti o commenti sarcastici. Il linguaggio denigratorio, come “Non vali niente” o “Senza di me non sei nessuno”, è progettato per consumare la fiducia della vittima in sé stessa e nel proprio valore.

Questa svalutazione può avvenire pubblicamente o privatamente. In alcuni casi, l’abusatore umilia la vittima di fronte ad altri, il che amplifica il senso di vergogna e impotenza. L’obiettivo è far sì che la vittima interiorizzi queste critiche, portandola a credere di essere realmente incapace, sbagliata o indegna di rispetto.

  1. Minacce, Intimidazioni e Manipolazione Emotiva

Sebbene la violenza psicologica non si manifesti attraverso aggressioni fisiche, le minacce possono essere una parte significativa del controllo emotivo. Queste minacce possono includere il ricatto emotivo, come la possibilità di abbandonare la vittima, di rivelare segreti o di fare del male a persone care. Queste minacce, sebbene non realizzate, creano una costante sensazione di paura e incertezza, mantenendo la vittima in uno stato di soggezione.

La manipolazione emotiva gioca anch’essa un ruolo centrale nella violenza psicologica. L’abusatore potrebbe alternare momenti di affetto con comportamenti di abuso, creando una dinamica di dipendenza emotiva nella vittima, che si sentirà confusa e speranzosa di poter “cambiare” l’abusatore.

Gli Effetti a Lungo Termine sulla Salute Mentale

Uno degli aspetti più preoccupanti della violenza psicologica è il suo impatto devastante sulla salute mentale delle vittime. A differenza delle ferite fisiche, che sono evidenti e possono guarire con il tempo, i danni emotivi e psicologici possono durare anni, se non decenni. Molte vittime di violenza psicologica soffrono di disturbi emotivi e comportamentali che compromettono la loro qualità di vita.

  1. Depressione

La depressione è una delle conseguenze più comuni. Le vittime di abuso psicologico spesso sviluppano sintomi di depressione clinica, caratterizzati da sentimenti di tristezza, disperazione e mancanza di interesse per la vita quotidiana. La costante svalutazione e il controllo possono far sì che la vittima si senta impotente e incapace di migliorare la propria situazione.

Uno studio condotto dalla World Health Organization (WHO) ha rivelato che le vittime di violenza psicologica presentano un rischio significativamente più elevato di sviluppare disturbi depressivi rispetto a coloro che non sono mai stati esposti a tali abusi.

  1. Ansia e Attacchi di Panico

La costante minaccia e l’intimidazione possono portare le vittime a sviluppare ansia cronica. Questa ansia può manifestarsi in molte forme, tra cui attacchi di panico, insonnia, difficoltà di concentrazione e una generale sensazione di inquietudine. La paura di ulteriori abusi crea una condizione di iper-vigilanza, in cui la vittima è sempre in allerta e teme che qualsiasi azione possa scatenare una reazione negativa dell’abusatore.

  1. PTSD e Dissociazione

In alcuni casi, le vittime di violenza psicologica sviluppano sintomi da Disturbo da Stress Post-traumatico (PTSD). Il PTSD è tipicamente associato a esperienze traumatiche come guerre o disastri naturali, ma può anche essere il risultato di traumi emotivi e psicologici. Le vittime possono soffrire di flashback degli episodi di abuso, incubi ricorrenti e difficoltà nel distinguere la realtà dal trauma vissuto.

Un altro fenomeno che può verificarsi è la dissociazione, un meccanismo di difesa in cui la vittima si “distacca” emotivamente dalle situazioni traumatiche per evitare di sentire il dolore. Questo stato di distacco può portare a difficoltà di concentrazione, amnesie parziali e una generale sensazione di alienazione dal proprio corpo e dalle proprie emozioni.

  1. Difficoltà nelle Relazioni Interpersonali

Le vittime di violenza psicologica possono avere difficoltà a formare relazioni sane e funzionali. Il continuo stato di manipolazione e controllo può portare a una sfiducia profonda nei confronti degli altri. Alcune vittime potrebbero sviluppare una dipendenza affettiva dalle persone che percepiscono come “salvatrici”, mentre altre potrebbero evitare completamente relazioni intime per paura di essere nuovamente vittime di abuso.

Il Riconoscimento Legale e Sociale della Violenza Psicologica

Uno dei principali problemi nella lotta contro la violenza psicologica è la mancanza di un riconoscimento legale e sociale sufficiente. Molte legislazioni in tutto il mondo tendono a concentrarsi esclusivamente sulla violenza fisica, trascurando le dinamiche emotive e psicologiche che possono essere altrettanto devastanti.

Leggi Nazionali e Internazionali

Negli ultimi anni, alcuni paesi hanno compiuto passi avanti nel riconoscimento legale della violenza psicologica. In Francia, ad esempio, la violenza psicologica è stata inclusa nella legislazione contro la violenza domestica, con pene severe per gli abusatori.

La violenza psicologica, comprendente l’abuso emotivo, l’abuso mentale e l’abuso verbale, rappresenta un reato penale che lascia profonde cicatrici nell’animo delle vittime. È fondamentale riconoscere la gravità di questa forma di violenza e garantire che chi commette atti di abuso psicologico sia perseguito penalmente, al fine di tutelare le vittime e promuovere una società in cui tutti possano vivere liberi da violenza e sopraffazione.

Nelle situazioni di violenza psicologica, la legge italiana mette in atto le seguenti leggi:

  • Maltrattamenti familiari: art. 572 del Codice Penale. Questo articolo regolamenta il complicato aspetto dei maltrattamenti all’interno delle mura domestiche. Nel caso in cui il reato sia accertato, le pene previste dall’ordinamento vanno da 1 a 5 anni di reclusione. Questo articolo, dunque, è applicabile nel momento in cui qualcuno venga maltrattato in famiglia e non solo: sono considerati famiglia le convivenze ed anche gli altri familiari al di fuori dei due coniugi che compongono la coppia.
  • Lesione personale: questo argomento è discusso all’interno dell’art. 582 del Codice Penale. L’articolo riguarda in particolare le forme di danno che la violenza può provocare sia a livello fisico che psichico ed in questo contesto rientra anche la violenza psicologica. Nel caso di accertata colpevolezza, le pene vanno da 3 mesi fino a 3 anni di reclusione. Per lesioni fisiche e psichiche è da intendersi qualsiasi lesione che procuri una prognosi superiore ai 20 giorni.
  • Aggravanti della lesione personale: disciplinati dall’art. 583 del Codice Penale. Si tratta di una misura che estende la pena nel caso in cui la colpa accertata e punita con il precedente articolo sia ancora più grave. In questo caso, le pene possono essere portate da un minimo di 3 e fino a 7 anni di reclusione. La gravità e l’aggravante della lesione è stabilita proprio dal periodo di prognosi. In alcuni casi le aggravanti possono essere gravissime e la pena può essere ulteriormente innalzata fino ad arrivare da un minimo di 6 anni e fino a 12 anni di detenzione in carcere.
  • Minaccia: art. 612 del Codice Penale. In questo articolo si discute di violenza verbale e la pena arriva fino ad 1 anno di reclusione. Questo articolo si applica principalmente nel caso in cui vi siano minacce verbali di morte o effettuate con l’’utilizzo di armi.
  • Atti persecutori o stalking: art. 612-bis del Codice Penale. È una forma di violenza psicologica che si sta diffondendo parecchio negli ultimi anni e che prevede una pena da 6 mesi fino a 4 anni di reclusione.
  • Violenza privata: art. 610 del Codice Penale. Questo articolo è molto importante in relazione al reato di violenza psicologica. La violenza privata riguarda la violazione della libertà personale e prevede pene fino a 4 anni di reclusione.

Il Ruolo delle Istituzioni

Le istituzioni hanno un ruolo fondamentale nel combattere la violenza psicologica. È essenziale che medici, psicologi, assistenti sociali e forze dell’ordine siano adeguatamente formati per riconoscere i segnali di abuso psicologico e intervenire tempestivamente. Le vittime devono essere sostenute nel loro percorso di guarigione, non solo attraverso il supporto psicologico, ma anche con assistenza legale e protezione.

Sensibilizzazione e Prevenzione

La prevenzione è un aspetto chiave nella lotta contro la violenza psicologica. Le campagne di sensibilizzazione possono aiutare a far emergere il fenomeno e a educare la popolazione su come riconoscere i segni di abuso psicologico. Inoltre, l’educazione nelle scuole può essere una misura preventiva efficace, insegnando ai giovani il rispetto reciproco e la gestione sana dei conflitti nelle relazioni interpersonali.

Conclusione

La violenza psicologica rappresenta una minaccia silenziosa che ha conseguenze devastanti sulla salute e il benessere delle vittime. Sebbene non lasci segni visibili, i suoi effetti a lungo termine possono essere profondamente dannosi. La società deve riconoscere la gravità di questo fenomeno e fare passi avanti per proteggere le vittime e punire adeguatamente i responsabili.

Solo attraverso un maggiore riconoscimento legale, la sensibilizzazione del pubblico e l’accesso a risorse adeguate alle vittime, possiamo sperare di ridurre l’incidenza della violenza psicologica e creare una società più giusta.

Se ti riconosci in una di queste situazioni, ti trovi in difficoltà e hai bisogno di aiuto e supporto contatta i numeri:

  • Linea di aiuto nazionale sulla violenza, multilingue e attiva 24 ore su 24 in tutta Italia: 1522,chiamata gratuita.
  • Carabinieri: 112
  • Polizia: 113
  • Emergenza sanitaria: 118
  • App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
  • Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza
  • Mappa dei consultori in Italia
  • Centri antiviolenza
  • Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri antiviolenza o i Pronto soccorso
  • Telefono Verde AIDS e IST 800 861061se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00 sui possibili rischi di contrarre infezioni a trasmissione sessuale a seguito della violenza. Si può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
  • Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà(INMP), dall’8 marzo 2021 è attivo il Servizio Salute e Tutela della Donna, dedicato alla presa in carico delle donne più fragili o comunque bisognose di assistenza sanitaria e psicologica.

Per saperne di più:

WHO (World Health Organization)

UN Women

The National Domestic Violence Hotline