Diritti delle donneViolenza Economica

22 Novembre 2024by Redazione

La Violenza Economica

Che cos’è la violenza economica?

La violenza economica è una forma di abuso in cui il controllo delle risorse economiche viene utilizzato come mezzo per esercitare potere all’interno di una relazione.

Questo tipo di violenza può manifestarsi in diversi modi, tra cui:

  • Controllo del reddito
  • Limitazione dell’accesso alle risorse finanziarie personali e familiari
  • Obbligo alla contrazione del debito
  • Esclusione dalle decisioni finanziarie
  • Sabotaggio economico

Le radici della violenza economica:

La violenza economica è una forma di violenza che spesso scaturisce anche in forme di violenza fisica. Le sue radici sono complesse e multifattoriali, spesso intrecciate con vari aspetti culturali, sociali, economici e psicologici:

  • Disuguaglianza di Genere: La violenza economica è profondamente radicata nelle disuguaglianze di genere. In molte società, gli uomini sono storicamente i principali fornitori economici e detentori del controllo finanziario, il che può portare ad abusi di potere all’interno delle relazioni.
  • Norme Culturali e Sociali: Alcune culture e società hanno norme che implicitamente o esplicitamente supportano il controllo economico all’interno di una relazione, in particolare quelle che vedono il genere maschile come dominante.
  • Povertà e Stress Economico: La povertà e lo stress finanziario possono esacerbare le tensioni all’interno delle relazioni domestiche, aumentando il rischio di violenza economica come mezzo di controllo.
  • Dipendenza Finanziaria: La dipendenza finanziaria, in particolare nelle situazioni in cui una persona non ha accesso a risorse economiche proprie, può rendere una persona più vulnerabile alla violenza economica.
  • Educazione e Alfabetizzazione Finanziaria: La mancanza di educazione finanziaria può rendere una persona più suscettibile al controllo economico, in quanto potrebbe non essere consapevole dei propri diritti o delle opzioni disponibili.
  • Legislazione e Strutture Politiche: In alcune giurisdizioni, le leggi e le politiche non forniscono una protezione adeguata contro la violenza economica o non riconoscono pienamente questa forma di abuso.
  • Mancanza di Rete di Supporto: L’isolamento sociale o la mancanza di una rete di supporto possono rendere più difficile per le vittime di violenza economica cercare aiuto o uscire da una situazione abusiva.

I dati della violenza economica

La violenza economica è una delle forme invisibili ma più esplicite di violenza maschile contro le donne.

È stata riconosciuta dalla Convenzione di Istanbul, ed è ancora fortemente presente nella nostra società e si tratta sostanzialmente di una forma di controllo. Tale forma di violenza consiste nell’estromettere la donna dalla possibilità di controllare e gestire le entrate familiari in modo da creare dipendenza economica, o nell’imporre impegni finanziari e/o impedire che la donna possa avere denaro proprio del quale disporre autonomamente anche per obiettivi e necessità personali.

Il Report “Ciò che è tuo è mio” realizzato da WeWorld insieme a Ipsos nel 2023 ha analizzato un campione rappresentativo della popolazione italiana composto da 1.200 persone (di cui 209 donne separate o divorziate), per tenere traccia dell’immagine sociale della violenza maschile contro le donne, e in particolare far emergere la percezione e l’esperienza diretta della violenza economica.

Il 49% delle donne intervistate dichiara di aver subito violenza economica almeno una volta nella vita, percentuale che sale al 67% tra le donne divorziate o separate; più di 1 donna separata o divorziata su 4 (28%) dichiara di aver subito decisioni finanziarie prese dal partner senza essere stata consultata prima. Eppure, la violenza economica è considerata “molto grave” solo dal 59% dei cittadini/e.

Questo report vuole fare luce su una delle forme di violenza contro le donne più subdola e meno conosciuta, concentrandosi sui risultati dell’indagine per valutare la percezione di italiani e italiane della violenza contro le donne e, in particolare, della violenza economica e dell’esperienza diretta.

Un tempo considerata una forma di abuso emotivo o psicologico, oggi la violenza economica è riconosciuta come un tipo distinto di violenza, con cui si intendono tutti i comportamenti per controllare l’abilità della donna di acquisire, utilizzare e mantenere risorse economiche. Questo tipo di violenza viene messo in atto soprattutto all’interno di relazioni intime e/o familiari e spesso la violenza economica è parte di un più ampio ciclo di violenza intima e/o familiare (fisica, psicologica, sessuale, ecc.).

Fa particolarmente riflettere il fatto che in Italia il 37% delle donne non ha un conto corrente.

I fattori di rischio

Vi sono però alcuni fattori, quali la giovanissima età, il background migratorio, la disabilità o la condizione di separazione o divorzio, che espongono alcune donne più di altre.

  • Per quanto riguarda le donne dal background migratorio nelle interviste realizzate per il Report “Ciò che è tuo è mio” è emerso come il fattore aggravante sia l’isolamento sociale. La barriera linguistica di per sé è un limite fin dall’inizio, ma nei casi di violenza c’è proprio quasi la volontà di allontanare la donna da qualsiasi possibilità di avere una rete.
  • Per le donne con disabilità, invece, sono state analizzate diverse storie in cui la donna veniva sfruttata da parte del compagno per appropriarsi delle sue risorse economiche, sia sottraendole la pensione di invalidità, sia costringendola a lavorare mentre non era nelle condizioni né fisiche né psichiche per farlo.
  • Le donne che si separano o divorziano, poi, sono un’altra fascia della popolazione che è più fragile e vulnerabile a maggiore rischio di violenza, non solo economica ma anche ad esempio di stalking (il 9% delle donne separate o divorziate intervistate ha identificato lo stalking come forma di violenza più grave).

Diverse donne che hanno subito violenza economica vantavano di una situazione finanziaria ed un livello di istruzione più elevato rispetto a quello del compagno. In questi casi si parla di teoria del backlash: trovarsi di fronte una donna indipendente genera fastidio, e quindi porta alla violenza. Questo perché l’empowerment femminile appare quasi come un elemento di disturbo all’interno di un ordine caratterizzato dal controllo e dalla sopraffazione maschile.

La legge vigente in materia di violenza economica

La violenza economica è riconosciuta dalla Convenzione di Istanbul come una forma di violenza a tutti gli effetti. Questo vuol dire che laddove una donna si rivolge ai servizi antiviolenza, che siano Case Rifugio, sportelli o presidi che si occupano del tema, la questione viene presa in carico. In alcuni Paesi Europei vi è invece una definizione chiara e puntuale anche a livello giuridico di cosa sia la violenza economica. In Italia, però, questo reato non è punito con una specifica legge.

In materia di diritto penale la violenza economica può comunque essere collegata a:

  • Maltrattamenti in famiglia (art. 572 del codice penale);
  • Violenza privata (art. 610 del codice penale);
  • Controllo e limitazione assoluta della libertà personale, come riduzione e mantenimento in schiavitù (art. 600 del codice penale);
  • Violazione degli obblighi di assistenza familiare, privazione parziale o totale delle risorse economiche necessarie per il sostentamento personale e dei figli/e (art. 570 del codice penale).

La violenza economica è un atto o un comportamento che causa un danno economico a una persona inibendone le capacità di acquisire, usare o mantenere risorse finanziarie.

L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige) definisce la violenza economica come “qualsiasi atto o comportamento che provochi un danno economico a un individuo. La violenza economica può assumere la forma, ad esempio, di danni alla proprietà, limitazione dell’accesso alle risorse finanziarie, all’istruzione o al mercato del lavoro, o mancato rispetto di responsabilità economiche, come gli alimenti”.

L’ABI ((Associazione Bancaria Italiana) e la Fondazione per l’educazione finanziaria e al risparmio (FEduF) hanno realizzato, in raccordo con il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed in condivisione con le banche e le Associazioni dei consumatori una guida per spiegare nel dettaglio cosa è la violenza economica e come si manifesta, come prevenirla e come contrastarla.

Con un linguaggio semplice e immediato, tale vademecum intende approfondire i principali aspetti che riguardano questa forma di violenza per aiutare le donne che la subiscono e per supportare i cittadini anche nella comprensione e nel riconoscimento del fenomeno.

Tale iniziativa rientra nell’ambito del Protocollo d’intesa sottoscritto da ABI e FEduF con il Dipartimento per le Pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la prevenzione e il contrasto della violenza contro le donne, anche in ambito domestico. Inoltre, si sviluppa in coerenza con l’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile e parità di genere promossi dall’Agenda 2030 dell’Onu. Per visionare la guida: https://www.abi.it/mercati/donne-in-banca-valorizzare-le-diversita-di-genere/guida-alla-violenza-economica/

Se ti riconosci in una di queste situazioni, ti trovi in difficoltà e hai bisogno di aiuto e supporto contatta i numeri:

  • Linea di aiuto nazionale sulla violenza, multilingue e attiva 24 ore su 24 in tutta Italia: 1522,chiamata gratuita.
  • Carabinieri: 112
  • Polizia: 113
  • Emergenza sanitaria: 118
  • App YouPol realizzata dalla Polizia di Stato per segnalare episodi di spaccio e bullismo, l’App è stata estesa anche ai reati di violenza che si consumano tra le mura domestiche
  • Pronto Soccorso, soprattutto se si ha bisogno di cure mediche immediate e non procrastinabili. Gli operatori sociosanitari del Pronto Soccorso, oltre a fornire le cure necessarie, sapranno indirizzare la persona vittima di violenza verso un percorso di uscita dalla violenza
  • Mappa dei consultori in Italia
  • Centri antiviolenza sul sito del Dipartimento delle Pari opportunità
  • Farmacie, per avere informazioni se non è possibile contattare subito i Centri antiviolenza o i Pronto soccorso
  • Telefono Verde AIDS e IST 800 861061 se si è subita violenza sessuale. Personale esperto risponde dal lunedì al venerdì, dalle ore 13.00 alle ore 18.00 sui possibili rischi di contrarre infezioni a trasmissione sessuale a seguito della violenza. Si può accedere anche al sito www.uniticontrolaids.it
  • Poliambulatorio dell’Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà(INMP), dall’8 marzo 2021 è attivo il Servizio Salute e Tutela della Donna, dedicato alla presa in carico delle donne più fragili o comunque bisognose di assistenza sanitaria e psicologica.

Per saperne di più:

ISTAT

Associazione Bancaria Italiana

Secondo Welfare

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