Diritti delle donneLa parità mancata

14 Novembre 2024by Redazione

La parità mancata

Il 9 ottobre, Claudia Goldin ha vinto il premio Nobel 2023 per l’economia. Il riconoscimento le è stato attribuito per il suo fondamentale contributo alla “nostra comprensione degli outcome della partecipazione femminile al mercato del lavoro”. A differenza degli anni scorsi, quando il premio è stato assegnato alla ricerca su metodi e modelli dall’impatto notevole, quest’anno viene premiato il lavoro – principalmente empirico – di una vita, che ha fornito “il primo resoconto completo dei guadagni e della partecipazione delle donne al mercato del lavoro nel corso dei secoli. La sua ricerca rivela le cause del cambiamento nel divario di genere e le principali fonti di ciò che ancora ne rimane”, come è stato riportato dall’Accademia di Svezia.

Claudia Goldin, nel suo recente libro “Career & Family: Women’s Century-Long Journey Toward Equity“, offre un’analisi profonda e storicamente articolata delle difficoltà che le donne hanno incontrato nel conciliare carriera e famiglia. Attraverso decenni di ricerca, Goldin esplora come le strutture lavorative e le concezioni di carriera abbiano contribuito alle persistenti disuguaglianze di genere.

Goldin suddivide le donne in cinque gruppi generazionali per analizzare i diversi gradi di successo nel bilanciare vita lavorativa e familiare. Il primo gruppo, composto da donne nate tra il 1878 e il 1897, rappresenta coloro che hanno potuto scegliere solo tra carriera o famiglia, non avendo possibilità di conciliare entrambe le sfere. Solo pochissime di queste donne sono riuscite a ottenere sia una carriera che una famiglia. Al contrario, le donne nate dopo il 1958 (Gruppo 5) aspiravano a realizzare sia una carriera che una famiglia, riflettendo una trasformazione culturale e sociale in corso.

Un elemento cruciale del libro è la nozione di “professioni avide“. Questi lavori, che premiano economicamente e in termini di opportunità di carriera chi è disposto a lavorare molte ore, in orari irregolari e nei fine settimana, sono identificati da Goldin come una delle principali cause del persistente divario di genere. Questi lavori rendono difficile per le coppie mantenere l’equità, poiché uno dei partner, spesso la donna, è costretto a scegliere una posizione meno remunerativa e con minori opportunità di avanzamento per poter gestire le esigenze familiari.

La storia di Isabel e Lucas

La storia di Isabel e Lucas, presentata da Goldin, illustra chiaramente questo dilemma. Entrambi laureati e assunti dalla stessa azienda, inizialmente scelgono di occupare posizioni “avide”. Tuttavia, quando Isabel deve occuparsi della madre malata, opta per un lavoro meno esigente in termini di orari, sacrificando così la sua carriera. Questo porta a una divergenza nelle loro traiettorie professionali, con Lucas che continua a progredire e Isabel che rimane indietro. Quando successivamente decidono di avere un figlio, la scelta di mantenere Lucas nella posizione più redditizia, ma più esigente, diventa inevitabile per ragioni economiche, perpetuando l’iniquità di coppia.

Goldin osserva che questa dinamica non è inevitabile e che esistono esempi di settori in cui le disuguaglianze di genere sono state ridotte. Ad esempio, il settore farmaceutico, a differenza di quello legale, ha visto una trasformazione significativa che ha reso il lavoro più flessibile e meno dipendente da orari irregolari e da una stretta relazione con i clienti. Questi cambiamenti hanno reso le posizioni più accessibili alle donne, riducendo le differenze di retribuzione e di opportunità di carriera tra i generi.

La lezione che Goldin offre è chiara: per raggiungere una vera parità di genere, è necessario ripensare la struttura del lavoro. Le politiche che premiano la disponibilità a lavorare in orari non standard non solo perpetuano il divario di genere, ma rendono anche costosa l’equità di coppia. Goldin suggerisce che il cambiamento deve partire dalle aziende, che devono riconoscere l’impatto delle loro pratiche sul mantenimento delle disuguaglianze e promuovere modelli lavorativi più equi.

In conclusione, il libro di Goldin non solo fornisce una ricca ricostruzione storica, ma offre anche spunti concreti per affrontare le disuguaglianze di genere nel mondo del lavoro contemporaneo. Il messaggio è che la parità di genere non è solo una questione di leggi antidiscriminatorie o di politiche aziendali isolate, ma richiede un cambiamento strutturale nel modo in cui concepiamo il lavoro e le carriere.

Le donne si specializzano maggiormente in ambito domestico, accettando spesso lavori che consentono loro di essere reperibili per la famiglia e spesso questi lavori sono meno retribuiti. Quindi il modo in cui possiamo uniformare le cose è quello di creare maggiore equità di coppia che porta a una maggiore uguaglianza di genereClaudia Goldin

Per saperne di più:

UNIVERSITÀ CA’ FOSCARI VENEZIA

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IL SOLE 24 ORE