Cosa significa “welfare”?
Il dizionario Treccani definisce tale termine come: «dalla locuzione verbale (to) “fare” well «passarsela bene, andare bene», usato in italiano al maschile – un’espressione equivalente alla parola “benessere”.
Con il termine “welfare” si intendono, quindi, tutte quelle azioni, beni e servizi che vengono attivati per promuovere il benessere delle persone.
Tipologie di welfare
Per quanto riguarda il concetto di welfare, esistono diverse declinazioni: welfare pubblico, welfare sussidiario, secondo welfare, welfare occupazionale e, infine, welfare aziendale:
- il welfare pubblico viene chiamato anche “primo welfare” e racchiude tutte le misure e gli interventi pubblici e statali;
- il “secondo welfare” comprende tutte le misure e gli interventi non statali, che vengono erogati dal mondo profit e non-profit.
Dentro quest’ultimo troviamo il welfare aziendale, ovvero tutti quei benefit e prestazioni erogati dalle aziende ai propri dipendenti oltre la componente retributiva.
Il welfare aziendale si divide a sua volta in 3 principali tipologie:
- welfare di contratto: soluzioni che vengono fornite ai dipendenti, rese obbligatorie dal contratto collettivo nazionale di riferimento.
- welfare da premio di risultato: permette ai dipendenti di convertire, in parte o totalmente, il proprio premio di produzione in welfare aziendale.
- welfare puro o OnTop: è una soluzione flessibile, prevista per categorie omogenee di lavoratori, definita attraverso un regolamento aziendale unilaterale.
Cos’è il welfare aziendale
Con welfare aziendale, dunque, si intende l’insieme di tutte le iniziative, benefit e piani messi in atto dal datore di lavoro per migliorare la qualità lavorativa e di vita dei lavoratori e delle lavoratrici.
In questo modo, l’azienda o organizzazione che sia, assume il ruolo di strumento funzionale per favorire il work-life balance del lavoratore e valorizzare il suo tempo libero e della sua famiglia.
Le modalità attraverso cui viene messo in atto il welfare aziendale può variare a seconda delle scelte che compie l’impresa.
I servizi fruibili sono molteplici, ma è l’azienda a scegliere quali attivare, anche in base alla popolazione aziendale. Si può decidere, per esempio, di attivare i soli servizi che prevedono il rimborso delle spese già sostenute dal lavoratore o i servizi che prevedono la generazione di voucher.
Il welfare aziendale include anche benefit aziendali come la banca del tempo, i buoni pasto, gli incentivi per il tragitto casa-lavoro e per la mobilità sostenibile, la sanità integrativa. Inoltre, anche lo smart working è considerato oggi sempre più un benefit all’interno del welfare aziendale.
Come funziona il welfare aziendale e i vantaggi fiscali
Tra i servizi di welfare aziendale a disposizione possiamo citare:
- servizi alla famiglia: asilo, mutui, previdenza, istruzione;
- servizi alla persona: palestra, sport, shopping, buoni benzina, divertimento;
- sconti, promozioni, convenzioni per l’accesso a beni e servizi.
A chi spetta, quindi, il welfare aziendale?
L’articolo 51, commi 2 e 3, TUIR stabilisce che alcuni benefit possono essere fruiti anche dai familiari del dipendente, che siano a carico oppure non a carico.
Tra questi benefit rientrano le opere e i servizi di utilità sociale (art. 51, comma 2, lett. f)) e i fringe benefit (art. 51, comma 3, ultimo periodo, TUIR). Inoltre, i servizi di educazione e istruzione e i servizi di assistenza sono destinati ai figli del destinatario e ai familiari anziani o non autosufficienti.
L’abbonamento al trasporto pubblico locale, regionale e interregionale, per esempio, può essere fruito dal dipendente o dai familiari, di cui all’art. 12 TUIR, purché fiscalmente a carico.
I familiari che vengono indicati dalla normativa sono:
- il coniuge, anche dello stesso sesso (unione civile).
- i genitori e, in loro mancanza, gli ascendenti prossimi, gli adottanti;
- i figli legittimi e/o illegittimi e/o naturali e/o adottivi; in loro mancanza, i discendenti prossimi, anche naturali
- i generi e le nuore;
- il suocero e la suocera
- i fratelli e le sorelle germani (che condividono entrambi i genitori) o unilaterali.
I vantaggi del welfare aziendale per le aziende
Per l’azienda un piano welfare di successo si traduce non solo in un risparmio fiscale, ma anche in una leva per creare soddisfazione e aumentare il benessere lavorativo e la produttività aziendale.
Da non dimenticare poi l’importanza dei benefit del welfare aziendale dal punto di vista dell’employer branding: un’azienda che offre ai lavoratori e alle lavoratrici diversi servizi di welfare contribuisce ad accrescere un’immagine positiva, a migliorare la reputazione aziendale, nonché ad attrarre nuovi talenti.
Inoltre il welfare aziendale aiuta anche in ottica di employee retention ossia nel “trattenere” chi lavora già in azienda e che, insoddisfatto per vari motivi, si potrebbe guardare intorno.
Favorire infatti il benessere, anche tramite il welfare, vuol dire considerare un dipendente non solo dal punto di vista della produttività, ma come una persona che ha bisogno di stare bene nel luogo in cui lavora e ha bisogno di supporto per affrontare situazioni più critiche legate alla salute e alla famiglia.
Introdurre un piano di welfare aziendale comporta diversi vantaggi per le aziende, ad esempio:
- aumento della produttività: il welfare aziendale contribuisce a migliorare il benessere generale dei lavoratori e delle lavoratrici, i quali, in questo modo, possono essere più “felici” sul posto di lavoro e ciò si traduce in un aumento della motivazione e della produttività, con un conseguente impatto sui risultati che l’impresa raggiunge;
- miglioramento del clima e della reputazione aziendale: attraverso dei piani di welfare aziendale strutturati, le aziende possono agire attivamente sulla vita dei dipendenti, al fine di creare un ambiente di lavoro sereno in cui le persone lavorano con impegno e dedizione, collaborando tra di loro. Queste iniziative vengono accolte positivamente anche da clienti e investitori, perché rappresentano il chiaro segnale che l’azienda si preoccupa non solo del profitto, ma anche del benessere dei propri collaboratori;
- fidelizzazione dei talenti: le aziende che offrono piani di welfare riescono più facilmente ad attrarre potenziali talenti e sono in grado di trattenere i dipendenti, riducendo così il turnover.
I vantaggi del welfare aziendale per i dipendenti
Introdurre un piano di welfare aziendale comporta diversi vantaggi per i lavoratori e le lavoratrici, come:
- miglioramento della qualità della vita: i piani di welfare aziendale spesso includono benefici molto utili, come, ad esempio, l’assistenza sanitaria, servizi per il supporto alla salute mentale o programmi di allenamento, che contribuiscono a migliorare il benessere fisico e mentale dei dipendenti;
- sostegno economico: usufruire di questi benefit porta con sé anche un significativo risparmio economico;
- equilibrio tra vita lavorativa e privata: i piani di welfare aziendale includono anche azioni quali la flessibilità lavorativa, lo smart working e altri strumenti che aiutano i dipendenti a conciliare vita lavorativa e vita privata.
Il welfare aziendale nel 2024
L’Osservatorio Welfare di Edenred è il rapporto annuale che analizza l’andamento del welfare aziendale in Italia. Nell’edizione 2024 emerge che, oggi, il 42% delle aziende ha introdotto un piano di welfare strutturato. Tra i benefit più apprezzati dai dipendenti ci sono i fringe benefit che, nel 2023, prevalgono con il 31,8% del totale della spesa, seguiti dall’Area Ricreativa (29,5%).
Strutturare un buon piano welfare è importante per aumentare la fidelizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici, per attrarre e trattenere le risorse umane, aiutando le persone a conciliare vita privata e lavorativa, nell’ottica del cosiddetto work-life balance.
Inoltre, anche in ottica di responsabilità sociale d’impresa, aiutando i propri lavoratori e lavoratrici, l’azienda dà un enorme contributo alla collettività.
Per saperne di più: